Ischia in estate i nuovi percorsi nelle pinete dell'Arso
Ischia - Una enorme discarica. Usata da anni, per sversarvi di tutto, approfittando della prossimità ad un’importante strada di collegamento e della tranquillità garantita nelle prospicienti piazzole adibite a parcheggio per le auto, verso la zona di Fondo Bosso. Tale era diventata la porzione di pineta dell’Arso, di proprietà del Comune d’Ischia, che insiste tra la via Leonardo Mazzella e la parallela via Michele Mazzella. Uno spazio verde che dava l’illusione, a prima vista, di essere ancora incontaminato e selvaggio, ma che in realtà era da tempo in preda al più totale degrado, nascosto dalle “rustinie” che coprivano i rifiuti di ogni genere che man mano vi venivano scaricati. E che stanno riemergendo in questi giorni, con il procedere dei lavori di bonifica che si stanno effettuando nell’ambito di una più ampia opera di riqualificazione delle pinete storiche di Ischia e Barano. L’avvio della bonifica di quell’area verde finora trascurata, che si collega alla cosiddetta Pineta degli Atleti, è stato reso possibile dal progetto per il recupero delle pinete dell’Arso che un paio di anni fa fu presentato alla Regione congiuntamente dai Comuni di Ischia e Barano (quest’ultimo nel ruolo di capofila) e che ha poi ottenuto un finanziamento di circa 500mila euro, utilizzando i fondi del Por Campania, misura 1.9. Per la prima volta, grazie alla collaborazione tra i due Comuni confinanti, è stato possibile investire contemporaneamente sia in territorio baranese che ischitano nella tutela di un polmone verde che rappresentava nel passato, molto più di quanto non sia ora, un unicum ambientale, dato che si trattava di una grande pineta che aveva restituito la vita alla colata dall’Arso, prodotta dall’ultima eruzione della tormentata storia geologica dell’isola nel 1301, dal cratere di Fiaiano fino al mare, a Punta Molino. E, infatti, in questo periodo si sta lavorando sia a Ischia che a Fiaiano, dov’è in corso anche la realizzazione dell’altro progetto riservato alla preservazione e alla reintroduzione del Cyperus polystachios nell’area delle fumarole.