Casamicciola terme d' Ischia
Il comune di Casamicciola d’ Ischia,che nel 1956 prese l’appellativo di Terme,ha una superficie di 560 ettari.Le sue frazioni principali sono:Marina, Piazza Bagni, Maio, Perrone, Sentinella. Il forestiero che approda nel Porto, abbraccia il territorio di questo Comune con un sol colpo d’occhio. A sinistra vede stagliarsi nel cielo la linea del suo contorno orientale; essa definisce anche uno dei più caratteristici edifici vulcanici dell’isola d’ Ischia, il Rotaro, edifici ottenuti dalla migrazione del condotto vulcanico principale; la collina del Tabor, protusione solida o “ spina ” (pietra del Voia), prodotta da una massa magmatica pastosa che dal di sotto ha spinto una massa sovrastante già solidificata. La linea fa distinguere benissimo il recinto craterico originario, la cupola di ristagno, la “ spina ” del Tabor, contornata dalla colata che scende fino al mare formando la Punta della Scrofa. La linea continua in alto lungo le colline Jetto per appuntirsi nel vortice di un triangolo isoscele nella vetta dell’ Epomeo, la vetta più alta dell’ isola d’ Ischia. Da questo vertice partono le stupende colline di Casamicciola: Pera, Critica, Acqua Piccola, Tresta, Sentinella, Castiglione, solcate spesso da profondi valloni i cui nomi richiamano alla presenza di popoli greci, Cava Arvaniello, Cava di Negroponte. E’uno scenario fiabesco: grosse onde d’intenso verde solidificatesi in un istante. Casamicciola fu anche detta Casa-Mezula e Casanizzola; fu ritenuto derivasse dal acque della sorgente di Sinigallia. Gli schiavi condotti sulla collina del Castiglione hanno messo in luce reperti appartenenti alla civiltà micenea. Pare che i Comuni scacciati dal tiranno Aristodemo abbiano trovato stanza nel luogo detto ancora Casa Cumana. C’è chi vuole sul Castiglione la reggia di Alcinoo e nello scolo in mare delle acque minerali il fiumicello al quale Nausicaa si recava a lavare le vesti e che accolse il naufrago Ulisse. V’ha chi disse che la Sibilla Cumana vivesse in un antro che ancora oggi viene additato come Grotta della Sibilla,sulla spiaggia del Castiglione. Questo comune e’il comune più ricco di acque minerali dell’ isola d’ Ischia, che pullula o in vari bacini, del Gurgitello, del Rete (oggi Rita), del Castiglione,sul quale ultimo è sorto l’omonimo Parco Termale. In esso Jasolino guarì molta nobiltà del tempo.” Le acque – scrive a tal proposito – sono caldissime e lucenti. Giova ai reni, sana le macchie fatte per vizio del fegato. Quest’ acqua si può usare in un luogo di tutti i bagni di Avignone, di Siena e di Pisa” . Dal bacino del Gurgitello,che secondo lo Ziccardi significa “divento agile, mobile” , ma che in realtà significa piccolo gorgo, così si esprime il medico Giulio Jasolino: “ Quando io per la prima volta vidi ed esaminai tutto il bacino del Gurgitello, mi meravigliai grandemente di tutti i segreti della natura…Dio Ottimo Massimo in questo piccolo luogo ha raccolto tutti i rimedi e aiuti dei bagni per sanare qualsiasi male… si guarisce la sterilità, ma con esse ogni male che può angustiare l’ umanità “. Da questo bacino le acque sgorgano per più parti formando tante sorgive, alle quali, secondo l’ uso o l’ impressione o l’effetto curativo, vennero attribuiti vari nomi: Stomaco (dal sapore di brodo di cappone, contro la sterilità solo a berla); Denti (per la cura delle gengive); Ferro, per l’ abbondanza di questo minerale (per tutte le disfunzioni particolari degli uomini e delle donne); Aurifero, perché vi si credeva presente del “ vero oro, mentre oggi si sa che la finissima pellicola iridescente è formata da moltissimi flagellati, crisomonadi, con dei cromatofori gialli “ (Buchner) e delle cui acque sempre lo Jasolino dice: “ Confortano tanto la virtù animale, quanto la naturale, e la vitale, e tutti gli strumenti e parti strumentari, e principalmente il cuore, e i precordi, il polmone,il petto…sana i difetti della pelle “; Argenteo, Colata, Sinagallia, Cal d’Obrasco, Val di Negroponte. Su questo bacino già esisteva qualche antica fatiscente costruzione, per cui lo Jasolino si rese promotore di una costruzione decente, alla quale contribuirono i nobili ivi guariti e lo stesso vescovo d’ Ischia Fabio Polverino (Buchner - Giulio Jasolino), il quale volle sorvegliare addirittura i lavori. Agli inizi del 1600 vi sorgevano il complesso del Pio Monte, e più tardi, per opera del marchese Andrea d’ Avalos, le attuali Belliazzi. Ne sorsero in seguito altre su ogni fonte. In queste terme le acque ebbero una sistemazione scientifica: i bagni vennero serviti sotto controllo medico e il paziente veniva aiutato da assistente. Fu questa la nascita del termalismo isolano. Intanto le guarigioni facevano conoscere il nome di Casamicciola e D’ Ischia dappertutto, cosicché molta gente fu invogliata a conoscerla, anche senza il bisogno di cura specifiche. Si dovette provvedere anche ad accogliere questi ospiti offrendo loro qualche divertimento. Allora ogni “Villa” di certa grandezza ebbe la sua sala di concerto con l’ immancabile pianoforte; sul tetto di ogni casa il sabato sera si ballava la tarantella; furono programmate escursioni, soprattutto per l’ Epomeo: era nato quel turismo, la cui riscoperta nel dopoguerra ha dato tanta fortuna economica all’isola d’ Ischia. Casamicciola allora, meravigliosa per le sue casette ben disposte sui colli e sui poggi, divenne il nome più famoso, il punto del globo nel quale familiarizzarono il tedesco e il russo, il danese e il norvegese, il franco e lo svizzero, i quali nelle magnifiche sale degli alberghi Sentinella, Grande Sentinella, Piccola Sentinella, Villa Giuochi, Villa Zavota ebbero modo di trascorrere i loro indimenticabili soggiorni. Inoltre bisogna ricordare che, oltre ai bagni, l’ interesse fu rivolto anche verso altri rimedi naturali, di cui Casamicciola d’ Ischia era ed è prodigiosamente dotata: un prodotto dell’ attività vulcanica consistente nella fuoriuscita di aeriformi, le Fumarole.Scoperto il benefico effetto di questi vapori caldissimi, subito vi sorsero sopra dei camerini, le stufe, termine che venne a significare anche l’ applicazione curativa. Giovava ai “dolori delle giunture, agli effetti isterici e alla doglia matrice, alla podagra, al fegato,alle gengive, al naso” ( Jasolino ) e curava i “dolori del capo,le vertigini, gli accorgimenti delle membra, le escrescenze nella bocca e nel naso, l’impedimento della favella per vizio della lingua, il mal di petto” (D’Aloisio).Famosissime divennero le Stufe del Castiglione e del Cacciutto. Ma ben presto si rivelarono oltremodo curative anche le applicazioni fatte coi depositi argillosi provenienti dalla Selva Massara, da Montecito: essi, depositati nelle acque minerali, costituirono il cosiddetto Fango. L’uso medico dei fanghi portò a risultati sconvolgenti, fino alle cure estetiche. Ci troviamo, quindi, di fronte al paese, patria del termalismo e turismo ischitano, Casamicciola Terme, nome familiare nelle grandi capitali europee, dalle quali arrivava la parte più possidente, e quindi più colta, e perciò in grado di far conoscere e tramandare ai posteri, attraverso scritti e dipinti, le bellezze di quest’ angolo di paradiso, la prodigiosità delle sue acque, la caratteristica dei suoi costumi, e fu proprio per questo che la catastrofe dell’83 colpì il mondo intero. Perché in questo lembo di terra si ispirarono Lamartine ed Ibsen, Longfellow, Renan ed Herbert, Bergsoe, il conte Zuluski e il cardinale Dupanloup; non a caso i nobili d’ Ischia, ritirandosi dal Castello, preferirono Casamicciola come loro dimora e sul colle che da essi prese il nome di Cittadini costruirono le loro ricche abitazioni. Nelle sue acque trovò guarigione molta nobiltà prestigiosa di questi nostri secoli passati: i Colonna, i D’Avalos, i Della Rovere, gli Orsini, per parlare solo degli italiani. Il cavalier Manzi vi installò la prima centrale elettrica dell’isola d’ Ischia; il professor Cristoforo Mennella, nativo di Casamicciola d’ Ischia, ivi attese alla stesura della sua trilogia il clima d’ Italia . Ed è qui che il poeta Nicolardi componeva per la sua futura sposa e faceva per la prima volta cantare sotto i balconi della sua casa la celebre canzone “ Voce ‘e notte “e dedicava al cimitero di Casamicciola d’ Ischia, che la pietà congiunta tiene sempre allegro di fiori freschi come un giardino dai fiori perenni, il non meno celebre sonetto che incomincia coi versi: ‘ na lenza ‘e terra, a riva a riva ‘e mare; ‘ nu cipresso e ‘nu salice ogne tanto; e sciure ‘nquantità, tanto ca pare cchiù ‘ nu camposanto.Questa è la storia di Casamicciola d’ Ischia. Ma non mancano le leggende e le tradizioni, alle quali si ricollegano la chiesa del Buon Consiglio eretta dai marinari, la stessa erezione del Pio Monte, la Pietra del Voia, la Grotta della Sibilla Cumana, la sacra rappresentazione che si svolge in piazza nella mattinata di Pasqua e non ultima la sfilata degli abitanti, sindaco in testa, per pigliar possesso simbolico per un giorno del Comune di Lacco Ameno d’ Ischia nel tradizionale pellegrinaggio a S. Restituta ( patrona dell’isola d’ Ischia) del lunedì dopo Pasqua.