Forio - Arrivederci, caro don Michele, nel Regno della Luce al cospetto di quel Dio che Tu hai tanto amato e servito con l’umiltà dei grandi preti degni della Sua gloria». Così il sindaco Regine ha concluso il suo discorso di addio al Canonico Parroco don Michele Romano, a cui lo legavano affetto e stima. Domenica pomeriggio il popolo di Forio è accorso in massa per dare l’ultimo saluto al Parroco. Nonostante l’orario – le 14.30 - e la giornata festiva, tutti hanno voluto essere presenti e tutti mostravano una sincera commozione. Proprio le lacrime del popolo, schiette e pulite, stano a significare quanto don Michele si fosse fatto voler bene dalla sua cittadinanza, e non solo, in tutti questi anni. Dunque una gran folla si è riversata sia nella sua parrocchia di San Sebastiano, dove è stata esposta la salma, sia al rito funebre celebrato nella Basilica Pontificia di S. Maria di Loreto di cui era Rettore. Il corteo funebre è stato accompagnato dal sindaco Franco Regine e dal consigliere Mario Iacono in rappresentanza dell’Amministrazione comunale; dal maresciallo capo Sergio De Luca, comandante della stazione Carabinieri di Forio; dal luogotenente Giuseppe Maresca, figlio della terra foriana; dal comandante della Polizia municipale tenente colonnello Giuseppe Russo. All’uscita dalla parrocchia di San Sebastiano, a bara ancora aperta, il corteo si è fermato all’altezza della fontana del Corso per compiere i tradizionali tre giri della piazza in onore al sacerdozio di don Michele. La Messa è stata officiata dal Vescovo di Ischia mons. Filippo Strofaldi. I canti sono stati eseguiti dalla Schola Cantorum Lauretana del cav. Giuseppe Colella e diretta dal M. Gaetano Maschio. Anche i coristi non riuscivano a trattenere le lacrime, a dimostrazione dell’affetto che aveva saputo conquistare don Michele nei suoi cinquantacinque anni di sacerdozio e quarantatre da parroco. Ad assistere a tutta la funzione religiosa ai piedi dell’altare, i suoi ultimi chierichetti, ai quali stava inculcando tutti quei valori religiosi e morali che oggi rischiano di andare perduti. Durante la funzione il Vescovo ha ricordato il cammino di tutta la vita del Canonico Parroco don Michele Romano. «Un lungo cammino dedicato sempre alla Madonna che lui tanto venerava». Don Michele infatti è stato sacerdote mariano, cioè ha dedicato alla devozione della Madonna il suo sacerdozio, in particolare alla Madonna dell’Addolorata della Parrocchia di San Sebastiano e alla Madonna di Fatima, la cui statua, incoronata dal Papa Giovanni Paolo II, portò a Forio in occasione del suo Giubileo sacerdotale. E non è un caso che nel manifesto funebre fosse riportata la frase «Una preghiera alla Madonna di Fatima per la sua anima». Mons. Strofaldi ha ricordato l’esperienza vissuta da don Michele come cappellano militare e quando, successivamente, chiese di venire a servire i suoi devoti a Forio. «Nel suo impegno pastorale è stato un grande comunicatore che lascia un grande vuoto nella Chiesa e in ciascuno di noi», ha concluso il Vescovo, ringraziando anche i familiari per come gli sono stati sempre vicini nel suo cammino. Franco Regine durante il suo discorso (che riportiamo a parte integralmente) non ha saputo nemmeno lui trattenere la commozione. Ricordando che abitando a poca distanza, si recava spesso a fare visita a don Michele, soprattutto negli ultimi tempi. E da medico, ha voluto evidenziare che ha sopportato grandi sofferenze, anche se sorrideva e non lo dava a vedere, Ha ricordato che quando era piccolo don Michele era il suo punto di riferimento, quanto siano state preziose le sue “prediche” e i consigli una volta che si è ritrovato a ricoprire un ruolo istituzionale. Come pure sono vivi nella memoria i momenti felici dei festeggiamenti per il suo giubileo sacerdotale, cinque anni fa. Lo ha ricordato come uomo di grande rigore morale e dignitosissima caparbietà, un prete tutto d’un pezzo che ha saputo onorare la sua missione. E noi possiamo aggiungere come un militare tutto d’un pezzo, proprio dalla sua esperienza di cappellano, che ha portato con sé fino alla morte. Senza clamori, anzi in silenzio, don Michele ha fatto tantissimo bene a cittadini in difficoltà, a riprova del suo animo generoso. Come da liturgia, l’ultimo saluto da parte del clero isoalno, con il Vescovo Strofaldi in testa, gli è stato rivolto all’esterno della Basilica, con l’ultima benedizione impartitagli. Lasciando ai familiari l’intimità della sepoltura nel cimitero di Forio. Certamente con la morte di don Michele si è creato un altro vuoto nella storia di Forio. Il tempo si sta portando via grandi uomini che hanno dato lustro alla nostra terra in tutti i campi e che hanno lasciato un segno indelebile. Dopo la vita rimangono i bei ricordi, ma anche tanto rimpianto e nostalgia. L’auspicio è che le nuove generazioni foriane sappiano fare tesoro degli insegnamenti di questi Maestri.