Forio d' Ischia
1285 ettari costituiscono il territorio del comune di Forio d’ Ischia. La sua frazione più importante è Panza, ma oggi formano nuclei importanti anche il Cuoto, la Cesotta, la Spadaia, la Chiaia. Il visitatore che vede questo Comune riceve subito l’ impressione che tutto il paese si è allargato da e attorno un nucleo principale; così è, infatti, perché l’ antico abitato di Forio d’ Ischia era cinto da mura e fornito da dodici torri di difesa, le quali ultime, oggi, fanno bella mostra per rappresentare vivi monumenti del passato: il Torrione ( adibito a museo, ne l quale consentono i lavori dello scultore foriano Giovanni Maltese ), la Torre rotonda castello a rotonda Castello a roccia, la Torre di Cigliano, la Torre del Cieco, la Torre del Torone. Del resto Forio d’ Ischia trovatosi lontana dal Castello, doveva provvedere autonomamente alla propria difesa. Oggi, sebbene il paese si sia allargato, il suo vecchio centro conserva tanto fascino da farsi prescegliere da artisti e poeti per le linee architettoniche, quasi fiabesche, delle sue chiese, dei suoi palazzi, dei suoi atrii, dei suoi vicoletti.Non a caso, quindi, la elessero seconda patria un Gilles, un Bargheer, un Walton, un Auden. E’per questo motivo che conviene soffermarsi a parlare di questa caratteristica architettura. I vicoletti foriani sono sommamente suggestivi: stretti, abbelliti da portoni ad arco, sopra i quali non mancano antiche maioliche raffiguranti Santi e Madonne, davanti ai quali arde un lumicino, anche elettrico. I loro nomi richiamano le antiche loro origini: Vico Piazza, Via Torrione, Cesotta, Cierco, Del Pozzo. In questi violetti, quando un portone apre i propri battenti, ti immette in atrii spaziosi, comunicanti quasi sempre con i ricchi giardini interni, sui quali la casa affaccia quasi sempre con porticati e scale esterne. E negli atrii, artistiche volute sorreggono volte e scalinata, adornano bocche di cisterne e di pozzi. Spesso l’ingresso è preceduto da una scalinata,allora questa è sempre monumentale.Spesso il mastro ricavò nella facciata balconi, sorretti da caratteristici architetti poggianti su mensole di pietra lavica; finestre originali e talvolta così diverse tra loro, da costituire una vera preziosità. Ecco perché il visitatore rimane incantato davanti al palazzo Biondi, alla casa Regine, al Palazzotto di via Torrione.“ Le caratteristiche principali – scrive il Salvati – di questa architettura si possono così riassumere: copertura a volta, a vela, a crociera, a cupola; semplicità degli ornati e degli stucchi; funzionalità degli elementi decorativi; il suggestivo effetto cromatico delle attintature di calce; l’uso delle mensole di pietra dura su cui poggiano gli archi; l’uso dei porticati; l’uso dei cortiletti interni, su cui si aprono tutte le camere, in cui si svolge la scala esterna, del tipo della casa romana e di quella araba… Un altro tratto caratteristico è la sovrapposizione degli elementi delle varie epoche e dei vari stili sugli stessi edifici” . Un accenno alle caratteristiche di qualche Chiesa non dispiacerà al visitatore in cerca delle bellezze del paese che visita. Ed ecco appunto, la Chiesa di S. Michele o del Purgatorio del 1742. “ La parte veramente interessante – scrive sempre il Salvati – è proprio la facciata: due archi ravvicinati sostengono le campane, affiancati da cartocci barocchi.. al centro della facciata, nel campo superiore, il riquadro che doveva contenere mattonelle di ceramica; nell’ inferiore, due nicchiette laterali al portale che è di pietra lavica grigia di puro stile rinascimentale” . La Chiesa di S. Gaetano del 1655: “ La sagome dei contrafforti a scarpe la restringe verso l’ alto, quasi a darle una falsa prospettiva perché sembri più alta.. il portale, di pietra grigia, è fortemente inciso da profonde modanature, che girano all’altezza della zoccolatura, mentre sotto sporge una base di lesena con un piedistallo, motivo che ricorre con frequenza a Forio formando un elemento caratteristico.. la scala a due rampe che porta all’ingresso non è simmetrica e si ristringe dal lato dove la stradetta diventa più piccola.. la cupola, visibile da tutto il paese, ha forma ovoidale, impostata su tamburo cilindrico.. la forma del capolino è originale “. La Chiesa di S. Maria del Soccorso, antico convento agostiniano del secolo XIV. “ E’ questa senza dubbio – è sempre il Salvati che scrive – la più bella e suggestiva Chiesa di Forio e dell’isola d’ Ischia stessa… ampio sagrato, terrazza panoramica; della facciata principale non vi sono altri esempi: in alto segue la curva della volta a botte della copertura della navata raccordata al centro col basamento della croce; ai due lati la curva termina con due cartocci appena abbozzati, come se uno stuccatore sbadato avesse trascurato di terminali. Il lato destro continua con un contrafforte a scarpa, mentre il sinistro incorpora il piccolo campanile, con la cuspide piramidale.. al centro del sagrato, con due rampe di scala curve si accende all’ingresso della Chiesa : il pianerottolo di pianta semiellittica sporge in avanti, ed il parapetto è tutto rivestito di ceramiche; un ampio scalone da accesso al sagrato.. Le facciate laterali sono diverse nella loro simmetria asimmetrica, fatta di contrafforti, barbacani, cupolette, piccoli tetti, finestrelle di forma quadrata, rettangolari, circolari, e ovali “. La Chiesa di S. Maria Visita Poveri: “ Consta di due parti, un atrio scoperto.. e una cappella grande. Le loro facciate sono interessantissime .. il portone esterno è ancora quello antico.. nell’ interno la volta a botte a lunette con le imposte sostenute da mensole, l’ arco frontale risaltato, e la cupoletta su pennacchi sferici, sono ornati da semplici riquadri e modanature.. ai lati dell’altare maggiore si aprono due finestre a mezzo arco (Salvati) “. L’interno è abbellito da una stupenda decorazione a stucco e da ben nove opere del pittore Alfonso Di Spagna. La Chiesa di S. Vito, dalla cupola sferica, senza capolino con quattro finestre arcate ( Salvati )” , ha origini che si perdono nel tempo. L’ attuale struttura risale al secolo XVIII mentre la facciata fu completata solo un secolo dopo ( Di Lustro). L’interno è ricco di stucchi e di opere di Cesare Calise e di Alfonso Di Spigna.Nella sagrestia si conserva la statua di argento di S. Vito dello scultore Giuseppe Sammartino (1787). La Chiesa di S. Maria di Loreto, dalle “ torri campanarie che sebbene rifatte nell’intonaco, mostrano ancora la loro simpatica linea, con le due opere rivestite di scaglie di ceramica giallo oro e verde brillante” ( Salvati) e il suo attiguo Oratorio. E’ricca di svariate opere d’arte di rinomati pittori, scultori, stuccatori. Si ricorda solo Decio Tramontano (Madonna di Loreto) Cesare Calise ed Alfonso Di Spigna tra i pittori, e Gaspare Lamberti tra gli scultori . La Chiesa di S. Carlo del 1620, singolare per il largo uso che in essa si riscontra del tufo verde locale e perché è ricca di opere di Cesare Calise . La Cappella di S. Giovanni. La Chiesa di S. Michele Arcangelo, a Monterone, gioiellino rococò ricco di opere del Di Spigna. S. Francesco, antico convento francescano fondato nel 1646, con molte opere d’arte . Sopra gli archi dei portoni di molte casa, anticamente tutte, si trovano come s’è già detto, piccole edicole di Santi con l’immancabile lucernetta; edicole uguali rappresentanti la Via Crucis, adornano la strada che porta alla Chiesa di S. Francesco di Paola, ma altre ancora se ne rivengono lungo le stesse strade principali, messevi a devozione di chi le faceva costruire: S. Calcedonio, S. Lorenzo, il Crocefisso. Esse servivano ad illuminare le strade e a rincuorare i passanti notturni. Spesso il lumicino era protetto da una lanternetta di vetri colorati e la debole fiammella variopinta veniva proiettata all’interno: una poesia di luci ,di colori, di cuori. E’, dunque, tutta una sinfonia di linee, di pinnacoli, di luci, che, sotto i rossi tramonti foriani, la cui atmosfera, simile alla scia di una cometa, spesso indora tutta la cittadina, conferisce a Forio d’Ischia una tonalità da rosa profumata, immagine bellissima che antichi saggi seppero sfruttare per offrire un simbolo al paese, il cui stemma è appunto, una rosa fiorita sopra tre collicelli . Ma non bisogna dimenticare che Forio d’ Ischia è ricca di risorse naturali, siano esse le acque minerali di Citara, di Agnone, dove si trova il grandioso complesso termale Poisedon con le piscine a varie temperature, del bacino di Paolone, di Saliceto; siano le famose fumarole del Bellomo, di Stennecchia, di Pizzo del Merlo; siano le grosse pietre di tufo scavate per abitazioni: Pietra Mosca, Pietra di Perrone e altre che il turista incontra sulla strada verso il Ciglio, tutte di stupenda bellezza; siano le moltissime spiagge di Citara, della Chiaia, di S. Francesco, di Saliceto. La stessa costa è un drappo meraviglioso dalla Punta Cornecchia e Spaccariello fino a Punta Imperatore, dal Monte alla Guardiola e al Monaco e al Chiarito: una costa di scherzi di rocce e con scogli marini come la Nave, la Pietra Bianca, la Pietra Nera, le Chianare di Spatera, le Formiche, il Petrillo, entrato, quest’ ultimo, in tutte le composizioni pittoriche che si rifanno a quella potente immagine del paese che si affaccia sulla spiaggia di Forio d’ Ischia. Logicamente non mancano tutti quei conforti moderni di piscine termali, di alberghi, di pensioni , di ristoranti, soprattutto quelli caserecci, che offrono il robusto vino del posto con la specialità del vino sorriso. E, per ultimo, il turista che gira per questo Comune in cerca di emozioni non può non soffermarsi davanti alle “parracine”,a quei muri a secco, costruiti con pietre di tufo verdino e che adornano i sentieri , le stradette di campagna o che sostengono balze tagliate a gradoni, offrendo l’ immagine di antichi bassorilievi, sui quali un poeta potrebbe leggervi la storia e i costumi dell’isola d’ Ischia.