ISCHIA, L'INDUSTRIA TERMALE
Ai principi del secolo il comune di Lacco Ameno d’ Ischia aveva in qualche modo ripristinato le attività economiche: l’ agricoltura, la pesca, l’ artigianato; il funzionamento delle scuole era ripreso, le organizzazioni devozionali rinvigorite, la ricostruzione nel settore delle opere civili e in quello turistico-termale, Lacco Ameno d’ Ischia avrà la possibilità di cambiare radicalmente il tipo di economia e raggiungere, di conseguenza, un benessere a lungo rincorso.Nel 1918, infatti, si avrà il primo tangibile segno di riconoscimento dell’ importanza delle sorgenti termali, con la venuta a Ischia e precisamente a Lacco Ameno d’ Ischia degli scienziati Marie e Pierre Curie, studiosi della radioattività. Il quotidiano napoletano “Il Giorno”, dedicò alla visita fatta dal premio Nobel per la Fisica e la Chimica un’ articolo molto particolareggiato in cui si evidenzia che a Lacco Ameno d’ Ischia era stata “scoperta” la sorgente termale più radioattiva al mondo!La prestigiosa presenza della Curie diede l’ avvio a tutta una serie di studi e osservazioni sulla radioattività termale delle acque di Lacco Ameno d’ Ischia; studi che saranno ripresi dopo il secondo conflitto mondiale, alla luce delle moderne acquisizioni scientifiche. Ma è indicativo il fatto che le teorie della Curie furono immediatamente accettate da studiosi ed operatori economici “Illuminati”. Un esempio è costituito dal fatto che il termalista Papasso, proprietario delle omonime Terme costruite agli inizi del 900 nei pressi dell’ attuale Piazza santa Restituta, fin dal 1920 pubblicizzava le sue acque con la scritta:”Giardino Ionizzato” alludendo esplicitamente alla radioemanazioni prodotte dalle sorgenti termali di Lacco Ameno d’ Ischia.Nel solco tracciato dalla Curie ( e da diversi scrittori scientifici come Jasolino, De Siano, de Rivaz, ecc. ) ecco che nel 1948 giungevano nell’ isola d’ Ischia alcuni congressisti dell’ associazione Medica Italiana di Idrologia, Climatologia, Talassologia e Terapia Fisica. Fra questi, 2 giovani medici, destinati a legare per sempre i loro nomi al Termalismo Moderno Ischitano, si “avventurarono” in carrozzella alla volta di Lacco Ameno d’ Ischia per visitare gli impianti termali esistenti.Si tratta del celebre ginecologo milanese, Prof. Massimo Mancioli, ricercatore nel settore dell’ Idrologia Medica. L’ impressione riportata dai 2 studenti fu enorme; malgrado la fatiscenza delle Terme Capasso e la precarietà delle vecchie Terme “Regina Isabella”, Malcovati e Mancioli restarono ammirati nello scoprire l’ immensa ricchezza che si sprigionava dal sottosuolo di Lacco Ameno d’ Ischia. Numerose sorgenti iper-termali affioravano in vari punti ai piedi del monte Vico: un patrimonio idrologico da valorizzare e da sfruttare in una visione moderna del Termalismo.I 2 medici intuirono immediatamente che le acque di Lacco Ameno d’ Ischia potevano costituire una fonte di benessere e di ricchezza, sia per quegli operatori economici lungimiranti, sia per le stesse popolazioni isolane non ancora coscienti di quanto andava fatto nel settore del Termalismo e del Turismo sulla scia dei grandi centri termali italiani come Cianciano, Montecatini, Fiuggi, Recoaro, Bormio…Sulla nave che riportava a Napoli i congressisti, il Malcovati, con l’ entusiasmo alle stelle, stendeva su di un foglio di carta un progetto delle Nuove Terme da realizzare a Lacco Ameno d’ Ischia: un lussuoso, moderno e funzionale Stabilimento Termale da costruire alla luce delle nuove acquisizioni della scienza medica nel settore ideologico, inglobando le antiche Terme “Regina Isabella” e conservandone inalterato soltanto il colonnato neoclassico davanti alla facciata principale.Il progetto ( abbastanza impegnativo per quei tempi ) andò miracolosamente in porto. L’ architetto Gardella, incaricato della realizzazione del complesso termale, riuscì a fondere insieme l’ eleganza e la funzionalità sei vari reparti di cura, rispettando, per quanto possibile, le antiche forme classicheggianti delle Terme e creando una struttura che ancora oggi è ritenuta all’ avanguardia fra i moderni Stabilimenti Termali.Nel 1952 le Terme “Regina Isabella” iniziarono l’ attività sfruttando l’ antica Fonte Greca e la “Novissima”, scoperta in quel periodo. Nel 1953 fu chiamato alla direzione sanitaria delle Terme il prof. Massimo Mancioli, medico romano che ebbe il merito, insieme al Malcovati, di aver richiamato l’ attenzione di studiosi ed operatori economici sull’ importanza terapeutica delle acque isolane.Mancioli non si limitò alla sola direzione delle Terme, ma, attraverso studi, sperimentazioni e osservazioni riuscì ad apportare contributi nuovi alla moderna Idrologia Medica, sostenendo che questa, considerata per molti anni, a torto, “l’altra medicina”. È in effetti una branca della medicina in grado di intervenire “naturalmente”, attraverso processi chimici indotti, laddove falliscono o perlomeno non danno risultati soddisfacenti e duraturi la farmacologia e la chirurgia.Anche il Malcovati si adoperò nel campo dell’ Idrologia attraverso proposte originali e con solide basi scientifiche. Ad esempio lo studioso fu assertore convinto e fondatore del Centro di Studi e Ricerche delle Terme Regina Isabella e Santa Restituta nel contesto di un progetto diretto alla creazione di un sodalizio di esperti, come idrologi di chiara fama, ricercatori e biologi nel settore della radioattività termale. Il Centro iniziò a funzionare sotto la prestigiosa presidenza del Prof. Mariano Messini, direttore dell’ Istituto di Idrologia Medica dell’ Università di Roma, e apportò contributi notevoli al moderno Termalismo di Lacco Ameno d’ Ischia ( aggettivo aggiunto in questo periodo all’ originario toponimo ) e dell’ intera isola d’ Ischia.Malcovati non si limitò soltanto allo studio e alla promozione scientifica delle acque, ma da ottimo organizzatore ed operatore economico ( aveva creato in pochi mesi e con modesti capitali la società Ischiaterme ), volle iniziare un arditissimo programma di valorizzazione delle Terme di Lacco Ameno d’ Ischia. L’ idea che illuminava la sua mente andava in un’ unica direzione: fare del piccolo villaggio di agricoltori e pescatori un centro internazionale curativo e turistico di prim’ ordine.Considerando i tempi pionieristici per l’ industria alberghiera e termale dell’ isola d’ Ischia ( mancanza di idee, penuria di finanziamenti e capitali da investire ), i progetti del Malcovati furono giudicati folli e privi di quel supporto concreto ( imprenditori coraggiosi e denaro a profusione a disposizione ) indispensabile per condurre in porto una operazione a dir poco avveniristica.