Lacco Ameno Ischia
Il comune di Lacco Ameno d’ Ischia, 207 ettari, prese l’ appellativo di Ameno nel 1863 (seduta del 18 novembre, Sindaco dr. Carmine Mennella), perché precedentemente si chiamava solo Lacco, la cui etimologia più seguita è quella di “pietra” (De Siano, Baldino), mentre in tempi molto più lontani era chiamato Eraclio, probabilmente per qualche santuario in onore di Ercole. Gli schiavi condotti dal professor Giorgio Buchner su Monte Vico, a S. Montano in località Mazzola, e che ancora oggi continuano con sorprese sempre crescenti, hanno riportato alla luce una lontana civiltà dell’VIII sec. a . C. .Antichi Autori già accennavano ad una colonizzazione greca in massa guidata da Ippocle Cumeo e dal calcidese Megastene, ma il ritrovamento sul posto di tale insediamento oltre a confermare l’ attendibilità degli antichi Autori ne hanno determinata l’ epoca e hanno più specificamente fatto conoscere la vita talvolta giornaliera di questa colonia. Tali greci si erano stabiliti sopra Monte Vico, la collina che si protende nel mare come un baluardo tra la cala di S. Montano e la Marina di Lacco Ameno d’ Ischia, fondandovi la città di Pitecusa (da Pitos, vaso di creta), in quanto su di essa avevano costruito laboratori e fornaci per la fabbricazione e cottura di ceramiche di ogni tipo. Qui, in situ, vennero trovati quei bolli figulini , vere e proprie etichette di due dei loro principali fabbricanti, che erano venuti alla luce un po’ dappertutto dalla Grecia alla Spagna e dei quali non si conosceva la provenienza. Le tombe esumate in S. Montano, oltre a rivelarci la tecnica della sepoltura, ci hanno restituito monete, vasi, armi e oggetti vari, da offrirci un quadro esatto della vita e dei costumi di questi antichi abitanti dell’ isola d’ Ischia, parte dei quali in seguito, si staccò per mettere un piede nella terraferma con la fondazione di Cuma. E fu questo popolo, come ha ricavato dagli ultimi scavi il Buchner soprattutto in località Mazzola, non solo a ritrovare una tecnica avanzatissima per l’ industria della creta, ma a portare finanche innovazioni nella stessa loro scrittura .Occorre visitare il Museo, oggi sistemato nelle meravigliose sale della Villa Arbusto per farsi un’ idea più esatta di questi scavi e dei loro reperti. Qui ci si sofferma soltanto sopra un solo reperto, la cosiddetta Coppa di Nestore, che tanto entusiasmò il ritrovatore, perché vi portava sopra scritto: “valeva la pena bere alla coppa di Nestore; ma chi beve alla mia sarà subito preso dal desiderio di Afrodite” . A proposito della Villa Arbusto, antica villa dei Duchi d’ Atri, e ultimamente Villa Rizzoli,ora è stata comprata dal Comune di Lacco Ameno d’ Ischia che l’ ha sistemata a Museo Archeologico, riservando molte altre sale ad attività sociale. Ma altri scavi in questa zona ricca per antichi insediamenti, sono stati effettuati dal reverendo Pietro Monti a valle di Monte Vico, sotto e presso la chiesa di S. Restituta, il cui ipogeo è stato con molta perizia adattato a Museo. Si tratta di un periodo più recente, il paleocristiano, i cui reperti sono ormai al punto di raccontarci vita e abitudini di quel primo nucleo cristiano dell’ isola d’ Ischia : lucerne fiale di vetro, sepolture, scritture e soprattutto i simboli di questa comunità che non poteva ancora esercitare apertamente il proprio culto e considerata, non a torto, una comunità rivoluzionaria. Questo è il più antico luogo di culto dell’ isola d’ Ischia. Fin dal IV sec. d. C. la comunità Cristiana si raccoglieva in questo luogo dove aveva eretto una basilica a tre navate. Nel secolo successivo dovettero arrivare le reliquie di S. Restituta portate da popolazione dell’ Africa settentrionale che fuggivano in Italia meridionale in seguito alle invasioni dei Vandali. Da questo periodo, in un alternarsi di periodi di splendore ad altri di totale abbandono, troviamo un oratorio costruito nel 1036 dal conte Marino Mellusi. Nel 1374 il vescovo Bartolomeo Bussolaro fortifica la Chiesae le celle che sorgono accanto. Dopo un altro periodo di abbandono, nel 1470 la Chiesa vienerestaurata e può riprendere a funzionare grazie alla costanza e all’ impegno del francescano fra Pacifico da Sorrento. Il 22 aprile 1589 il vescovo Fabio Polverino concede la Chiesa e il santuario ai Carmelitani del Carmine Maggiore di Napoli che vi restano fino al 1809. Dal 1822 al 1866 vi hanno dimorato agli Agostiniani. Oggi la Chiesa è officiata dal clero diocesano (A. Di Lustro – P. Polito - . di dare uno sguardo anche alla Chiesa parrocchiale, dedicata alla Madonna delle Grazie, dove può ammirare un pulpito di legno intagliato, opera antica e di pregio, in quanto si notavano dei satirelli con le mani giunte, e la statua di Ercole sotto la pila dell’ acqua Santa, certamente del periodo ellenistico. Piccolo e ricco questo Comune. Oltre alla Marina, alla stupenda Cala di S. Montano, alla Fundera e alla Pannella, ubertosa per vigneti un tempo celebri per vini forti e delicati, più a monte c’è il Fango, per raccogliersi là e sedimentarsi i depositi della Cava Bianca, il cosiddetto fango che, dalle cure degli arti passò alle cure di bellezza. Fu in questo Comune che sorse il primo albergo in senso moderno dell’isola d’ Ischia , per opera del reverendo don Tommaso De Siano. Esso ebbe il piacere di ospitare ben sette re e non pochi uomini illustri quali Andersen, Mendelson, e Guy – Lussac. Quasi un ritorno storico, proprio in questo Comune, per opera del cavaliere del lavoro di Angelo Rizzoli e del professor Piero Malcovadi, nello stesso luogo nel quale erano approdati gli Eritresi e i primi cristiani, sono sorti i primi grandi complessi termali della Regina Isabella, delle Terme Reginella, dello Sporting, risollevando l’ economia non solo di Lacco Ameno ma di tutta l’isola d’ Ischia .Le Terme Regina Isabella, Isabella di Napoli, moglie di Francesco I di Borbone, erano sorte per opera di Nicola Ciannelli. Questi, mentre attendeva alla loro costruzione nel 1898, vi scoprì una sorgente greca dell’VIII secolo a. C. e una romana del V secolo a.C. .”Si rivenne – scrive Frenkel riferendo le parole del Ciannelli – a circa tre metri di profondità una terme a scopo di salute e di epoca preellenica… consiste di un largo ambiente ad uso di colidarium in comunicazione colla sorgente calda, di altro ambiente più piccolo col laconium di vapori naturali per sudare, con una vasca da bagno, e un altro vano attribuito alle unzioni e alle arenazioni; ma il massimo della fortuna è un canale fatto con grossi tegoloni che trasportava l’acqua dalla sorgente al colidarium rinvenuto insieme con la sorgente tanto ben conservato, che tutt’ ora è in condizione di fare lo stesso ufficio…che i Romani e gli Ellenici trovassero prodigiosa questa sorgente si riscontra pure nelle 12 tavolette qui rinvenute, che si conservano nel Museo di Napoli” . Il complesso Rizzoli era all’avanguardia e gli operatori economici ischitani dovettero aggiornarsi; così, sopra altre fonti non meno rinomate sono sorte il Capitello, il San Lorenzo con le famose stufe. Ma il Comune di Lacco Ameno d’ Ischia è venuto mano a mano ad associarsi, come un simbolo, attorno al suo Fungo. Attorno a questo scoglio di tufo, detto anticamente scoglio della Triglia, per la pesca delle triglie che si faceva nei paraggi, gli antichi paranzielli e le martignane assicuravano i loro ormeggi, per cui, aggiungendovi anche l’erosione del mare è venuto pigliando l’ aspetto di un fungo e così viene oggi chiamato. Il Cervera, traendo ispirazione dalla sua forma, ne ha tratto una leggenda: due fanciulli si amarono troppo presto e vollero fuggire nel mare che poco lontano dalla riva li inghiottì, e la natura, affranta, volle alzare sul luogo un tumulo, un Fungo, che sotto la sua alcova veglia ancora il riposo dei piccoli.