Lineamenti tettonici e vulcano-tettonici di Ischia
L’isola d’Ischia è caratterizzata da un complesso assetto strutturale, determinato dalla presenza di diversi sistemi di faglie e fratture di origine tettonica e vulcano-tettonica (Orsi et al., 1991, 1994). L’isola è situata lungo un sistema di faglie orientato in direzione NE-SW, che si estende fino all’isola di Procida ed ai Campi Flegrei.
L’espressione superficiale di questo sistema di fratture nella parte sud-orientale dell’isola è data dalla faglia che disloca i duomi lavici di Campagnano, M. di Vezzi, M. Barano e Punta della Signora (150-55 ka). Anche gli edifici vulcanici di Vateliero, Molara e Cava Nocelle (< 10 ka), ugualmente situati nel settore sud-orientale dell’isola, sono allineati lungo questo sistema di faglie. Nel settore sud-occidentale dell’isola, l’area morfologicamente depressa compresa tra Sant’Angelo e Citara è invece legata ad una faglia a direzione NW-SE. La depressione morfologica (Rittmann, 1930) che attualmente corrisponde alla parte centrale dell'isola rappresenta verosimilmente una caldera formatasi nel corso dell'eruzione del Tufo Verde del M. Epomeo (55 ka b.p.; Gillot et al., 1982). Tale area, colmata dai depositi del Tufo Verde e dai depositi marini che su di essi si sono andati depositando, è stata successivamente interessata da fenomeni di risorgenza, almeno a partire da 30 ka b.p. Tali fenomeni hanno interessato la sola parte centrale della caldera, determinandone lo smembramento in una serie di blocchi dislocati in maniera differenziale. Le modalità di sollevamento e deformazione del blocco del M. Epomeo hanno influenzato la distribuzione dei centri vulcanici attivi negli ultimi 10 ka alla periferia del blocco stesso: essi infatti sono concentrati esclusivamente lungo il suo margine orientale (Orsi et al., 1991). E' presumibile che il meccanismo responsabile dell'innesco del fenomeno di risorgenza sia da ricercare nell'intrusione di nuovo magma all'interno del sistema. Tale intrusione avrebbe determinato un aumento della pressione nella parte apicale della camera magmatica, e l'instaurarsi di un campo di stress caratterizzato da uno sforzo principale massimo orientato in direzione verticale ed applicato alle rocce del tetto della camera magmatica. Un meccanismo di taglio semplice, proposto da Orsi et al (1991), consente di descrivere il fenomeno della risorgenza tenendo conto di tutti vincoli geologici e vulcanologici.
Un simile meccanismo rende conto della distribuzione dei centri eruttivi successivi all'instaurarsi del fenomeno e consente la conservazione del volume del blocco risorgente in assenza di deformazioni significative delle aree circostanti. Il modello prevede che all'inizio della deformazione si formino strutture ad alto angolo, con immersione verso il centro dell'isola, che definiscono i margini del blocco risorgente. Queste strutture possono rappresentare il prodotto della riattivazione delle preesistenti faglie calderiche. Se il blocco viene sollevato in assenza di deformazioni interne, è giocoforza la creazione di spazi vuoti. Per contrastare questa possibile instabilità è necessario che il blocco venga basculato, ruotando attorno ad un asse orizzontale, ortogonale alla direzione di massimo allungamento, subendo una deformazione interna secondo un meccanismo di taglio semplice. In conseguenza di ciò, lungo i diversi margini del blocco si generano strutture dal diverso significato cinematico e dinamico. La deformazione verticale massima del blocco viene accomodata attraverso la formazione di faglie inverse ad alto angolo, orientate parallelamente all'asse di basculamento, che determinano un accorciamento orizzontale e l'instaurarsi di un regime di stress di tipo compressivo, che impedisce la venuta a giorno dei magmi. Faglie normali, con la medesima orientazione, si formano lungo il lato opposto del blocco per accomodare l'accorciamento risultante con un equivalente allungamento: si determina in questo modo l'instaurarsi di un regime di stress di tipo distensivo, che facilita la venuta a giorno dei magmi lungo questo settore del blocco risorgente. I restanti due lati del blocco sono caratterizzati dalla presenza di faglie verticali lungo i cui piani si hanno essenzialmente movimenti obliqui.